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71 - Radicamento

Radicamento

2017 - Gennaio
N° 71
Editoriale

Il radicamento che questo numero vuole esplorare non riguarda solo i piedi. Per dirla con le parole di Moiz Palaci e Renata Angelini, “è qualcosa che ha a che fare con tutto l’essere, sia sul piano fisico che su quello mentale. […] non è possibile mettersi fisicamente in radicamento se non c’è coerenza fra livello fisico e situazione interiore. Sviluppare la capacità corporea di radicarsi permette di osservare ‘come siamo’ mentre si fa questa esperienza. Non solo, ma potremmo spingerci sino ad affermare che non è possibile radicarsi se mentalmente non avvengono determinati eventi. Non si può ad esempio ‘pensare’ il radicamento, ma bisogna percepirlo in modo diretto”. Lo spiegano in “Una sequenza di radicamento”.

Con ogni evidenza nelle accurate pratiche yoga di radicamento ogni scuola presenta una didattica propria. Mettendo a confronto l’articolo di Chiara TravisiTrikoṇāsana secondo la scuola Iyengar” con l’articolo di Anna Carla Merra e Lorenzo Martinelli della scuola Viniyoga “Pāda e Kūrma: il punto di appoggio” abbiamo voluto esplorare due modi di lavorare sul radicamento e sull’allineamento. Ci siamo chiesti in che modo la didattica si trovi a oscillare tra allineamento ideale e allineamento possibile nel rispetto della specificità anatomica degli allievi.

I piedi e la terra come punto di partenza per un percorso evolutivo che, passando per tāḍāsana, porta a progredire in tutte le direzioni, sono al centro della conversazione “Un dialogo con la terra” tra Sandra Sabatini e Marie-Noëlle Tarisse. Sandra Sabatini è stata allieva di Vanda Scaravelli per diciassette anni. L’attenzione sul radicamento e sul respiro, propri della tradizione di Vanda Scaravelli, mostra la via per espandersi verso l’alto e collegare terra e cielo.

Nella stesura del numero ci siamo addentrati quindi ad analizzare la struttura del piede, illustrandone le connessioni con la pratica yoga, la salute del corpo, il benessere psicofisico.
La struttura “architettonica” del piede è ricordata da Stefania Redini che invita nell’articolo “Una spirale da riscoprire” a “riprendere in mano i piedi” con gesti sapienti e massaggi terapeutici. Andrea Bianchi, praticante yoga, scrittore e appassionato cultore della montagna, in due piacevoli libri – Il silenzio dei passi e A piedi nudi (entrambi pubblicati da Ediciclo) – basandosi su dati anatomici e sulla sua pratica personale, ha esplorato i vantaggi della camminata nella natura a piedi nudi, che preserva la salute del piede, dona energia e risveglia sensazioni ancestrali. Per sua gentile concessione pubblichiamo “L’arco plantare”, un capitolo di A piedi nudi, che offre interessanti spunti e una lettura anatomica del piede.

La visione olistica promossa dallo yoga e dalle medicine tradizionali vede il corpo-mente come un tutto organico, dove lo stato di salute o di malessere di ciascuna parte ha ripercussioni in tutto l’organismo. In questa visione i piedi non sono solo la base della postura e del movimento, ma hanno anche collegamenti con la salute degli organi interni. Partendo dalla medicina tradizionale cinese e dallo yoga, la ginecologa israeliana Reouma Bat-Cohen ha esplorato e messo a sistema dei protocolli che impegnano i piedi (ma non solo) per favorire il dispiegarsi di una buona sessualità e aiutare a curare le disfunzioni ginecologiche. Ne parla Dianella Zammarchi, fisioterapista e insegnante yoga, sua stretta collaboratrice per i seminari che vengono tenuti in Italia, nell’articolo “La base della stabilità nella sfera sessuale”.

Esplorando le correlazioni tra i piedi e tutto l’organismo Jader Tolja, medico, psicoterapeuta e insegnante di anatomia esperienziale, nell’estratto del libro Corpo, moda, mente che pubblichiamo in anteprima per sua gentile concessione, esplora gli effetti sulla postura e sull’assetto psicofisico dell’abitudine di portare calzature con il tacco (anche basso).

L’articolo “La pratica yoga e il cammino” di Paola Campanini, insegnante e formatrice yoga allieva di Gabriella Cella, offre suggerimenti molto concreti e una pratica ispirata allo Yoga Ratna per chi vuole preparare piedi e corpo ad affrontare un lungo cammino, come quello di Santiago di Compostela.

La danzatrice Nuria Sala Grau, intervistata da Stefano Castelli in “La Vibrazione che nasce dalla terra”, propone infine interessanti spunti di riflessione provenienti dalla danza indiana, che introducono la dimensione del radicamento in una dimensione dinamica di movimenti e suoni.

Sommario

A piedi nudi
Andrea Bianchi

Un dialogo con la terra
Sandra Sabatini
Una conversazione a cura di Marie-Noëlle Terrisse

Una spirale da riscoprire
Stefania Redini

La pratica yoga e il cammino
Paola Campanini

Una sequenza di radicamento
Ranata Angelini e Moiz Palaci

Trikoņāsana secondo la scuola Iyengar
Chiara M. Travisi

Pāda e kūrma: il punto di appoggio
Anna Carla Merra e Lorenzo Martinelli

La vibrazione che nasce dalla terra
Nuria Sala Grau
Intervista a cura di Stefano Castelli

Una questione culturale
Jader Tolja

La base della stabilità nella sfera sessuale
Reouma Bat-Cohen
Intervista a cura di Dianella Zammarchi

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