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78 - Meditazione (sullo) yoga

Meditazione (sullo) yoga

2020 - Luglio
N° 78
Editoriale

Il sesto convegno della YANI (Yoga – Associazione Nazionale Insegnanti) ha raccolto una grande partecipazione, al di là delle aspettative. Prima di tutto, un ringraziamento va ai soci che hanno aderito con entusiasmo, ai relatori che hanno accettato di intervenire, ai responsabili delle commissioni presenti nei punti di ascolto, ai soci che hanno condotto le pratiche e a tutti i componenti del consiglio direttivo che, organizzandolo, lo hanno reso possibile.

Sono intervenute complessivamente circa 250 persone. Durante tutto il convegno si è respirata un’aria distesa fra i partecipanti, disponibilità all’ascolto e al dialogo, anche nei momenti conviviali, un’occasione unica e preziosa d’incontro. Il bel tempo e la disponibilità di spazi all’aperto hanno contribuito a rendere ancor più gradevole lo stare insieme.
D’altra parte era anche un’occasione di festa per i venti anni di vita della YANI, costituita il 6 novembre 1999, alla fine del secolo scorso. Proprio nel giorno d’inizio del convegno ci è stata finalmente comunicata l’iscrizione all’elenco delle associazioni professionali tenuto presso il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico).
La YANI nasceva come frutto di un progetto di insegnanti provenienti da diverse tradizioni. Oltre ai soci fondatori, presenti alla stesura dell’atto costitutivo, Claudio Conte, Lella Calvino, Ornella Rizzo e Gabriella Stojan, una cerchia più ampia l’aveva promossa e una ancora più vasta aveva avuto fiducia in questa visione.

Così si può dire che il pluralismo è stato da sempre l’elemento costitutivo della YANI: si è voluto evitare fin dall’inizio integralismi, stimando il dialogo e il confronto continuo come elementi imprescindibili della vita associativa degli insegnanti di yoga, al pari di ogni altra collettività umana fondata sui paradigmi fondamentali della democrazia e del pluralismo.
Ma il pluralismo per essere reale ha bisogno, oltre che della democrazia, della partecipazione.
La democrazia: il primo organo dell’associazione è l’assemblea dei soci (art. 11 dello Statuto) cui spetta l’elezione dell’organo esecutivo, il consiglio direttivo, e per i suoi componenti lo statuto prevede che “tutte le cariche elettive sono gratuite”.
La partecipazione: nello statuto è scritto “Ciascun socio ha diritto a partecipare effettivamente alla vita dell’associazione”. Dunque, una democrazia partecipativa che prevede momenti di esercizio: l’assemblea annuale e le riunioni regionali promosse dai coordinatori che costituiscono oggi una rete solida e preparata per accogliere le istanze dei soci e promuovere iniziative sul territorio. La solidità e l’efficacia di questa rete ha permesso un coinvolgimento dei soci in costante aumento nel tempo, coinvolgimento che, comunque, auspico possa crescere ancora, per avere sempre nuove energie, nuove proposte e le professionalità necessarie a una associazione in continuo sviluppo e affermazione.
Infine, vorrei ricordare un altro elemento che ha sempre caratterizzato gli organi associativi e i processi decisionali interni della YANI: la trasparenza delle informazioni.
Queste caratteristiche costituiscono l’ossatura necessaria per il raggiungimento dello scopo sociale principale: l’insegnamento dello yoga, uno yoga di qualità, e l’innalzamento professionale, attraverso la promozione della formazione continua.

In questi anni abbiamo avuto più volte occasioni di confrontarci con i soci, collettivamente e individualmente, sul tema dell’obbligo della formazione continua, che talvolta ha suscitato alcune perplessità.

Ricordo ancora che sono molte le possibilità ammesse per attendere alla formazione continua - e comprendono anche la partecipazione alla vita associativa - che non solo costituiscono un’opportunità per accrescere quantitativamente conoscenze e competenze, ma sono principalmente una occasione per condividere riflessioni e strumenti utili per una continua ricerca di senso di ciò che insegniamo e delle possibili linee evolutive, riconoscendo e accogliendo le domande che possono esprimersi in maniera completamente diversa rispetto al passato. Dunque non la ripetizione o l’accrescimento di una liturgia rassicurante, oppure un obbligo, ma una occasione di apertura, di rimessa in discussione, di uscita dagli automatismi. Tutte le peculiarità che ho elencato ci hanno permesso di ottenere l’inserimento nell’elenco delle associazioni professionali presso il Ministero dello Sviluppo Economico, reso possibile dalla legge 4 del 2013.
Forse addentrarsi un po’ in questa vicenda aiuterà a chiarire un percorso iniziato da almeno un decennio, di cui i soci iscritti in tempi più recenti non avranno esperienza, e quelli di più lunga data possono aver perso il filo, essendosi dipanata attraverso anni e vicende interminabili di un percorso lunghissimo.

La legge 4 del 2013 è una legge promulgata per la tutela degli utenti, che ha messo fine a iniziative di legge regionali e talvolta provinciali. È una legge comune a tutte le professioni non regolate da ordini o collegi, e tesa ad assicurare agli utenti un insegnamento di qualità. Una legge che consente a coloro che esercitano la professione di costituire associazioni a carattere professionale, al fine di valorizzare le competenze degli associati, che possono rilasciare un’attestazione di qualità, conseguente la formazione continua, agevolando in questo modo la scelta e la tutela degli utenti. L’impegno della YANI a costituirsi soggetto a tutela della professione e promotrice della Norma UNI ha evitato che l’insegnamento dello yoga venisse definito da altri, tecnici o politici, come era avvenuto per quasi un decennio con le leggi regionali, provinciali e comunali.
Ho ritenuto necessario soffermarmi su questi elementi perché la visione ideale ha bisogno di strumenti concreti per andare avanti, una cura assidua per assicurare una dinamica sana fra strutture formali e visione. Oggi la YANI vede riconosciuto a livello istituzionale il lavoro fatto grazie alla dedizione, all’energia, alle competenze, alla creatività messe a disposizione dai soci che l’hanno portata avanti in questi anni e che l’hanno resa una associazione unica in Italia e in Europa.
Arrivo adesso al tema che abbiamo scelto per questo convegno: “Meditazione (sullo) yoga”. Dopo anni difficili dedicati alla professione avevamo bisogno di ritrovare respiro, di ritornare al cuore dell’insegnamento, a ridargli nutrimento. Proporre la meditazione, o meglio dhyāna, come tema del convegno ci è sembrato importante sotto molteplici aspetti. Da un lato vediamo il rafforzarsi di una tendenza che identifica yoga con āsana, bloccando lo yoga in una posizione statica, ripetitiva, quantitativa e collocandolo nell’ambito del benessere. Questo merita una riflessione, sia da parte degli insegnanti sia da parte degli allievi, non per giudicare ma per comprendere come tale semplificazione possa rispondere a una richiesta di certezze non colmate altrove, di modelli accessibili, almeno a livello corporeo, come ricerca di identità in conseguenza di un’assenza a livello culturale, sociale e politico di occasioni di apprendimento, di identità, di appartenenza.
Dall’altro troviamo la meditazione, così di moda, «consigliata, insegnata e praticata con differenti modalità e finalità, spesso estrapolata dal contesto in cui è inserita nelle diverse tradizioni» (così abbiamo scritto nella presentazione del convegno): ricerca di un rimedio all’agitazione, centratura per raggiungere obiettivi personali, oppure strumento di introspezione, richiamo all’interiorità.
Ma dhyāna è inserita in un continuum di tappe ineliminabili? C’è qualche aderenza ai testi classici di riferimento?
Per affrontare questi temi abbiamo invitato relatori importanti. Alcuni sono già intervenuti nei precedenti convegni e per questo permettono, nella continuità, un approfondimento del dialogo.
Alla maestria di Ysée Masquelier abbiamo affidato il compito di approfondire il tema attraverso il percorso storico dell’apparire della meditazione e un lavoro concreto sui testi. L’eco della riflessione filosofica classica occidentale è stato portato da Luca Mori e il contributo delle neuroscienze si è affacciato per la prima volta al convegno di quest’anno attraverso l’appassionato contributo di Angelo Gemignani. Infine Daniela Bevilacqua ci ha portato la ricchezza della sua ricerca antropologica sul campo fra i sādhu e gli asceti, per i quali dhyāna, come lei stessa scrive, è «la parte fondamentale della sādhanā yogica».
Se la pratica iniziale, collettiva, condotta da Claudio Conte ci ha ricollegato allo stare insieme nelle differenze, le successive pratiche si sono articolate e hanno portato diversità nel declinare il tema del convegno. Ivi compreso l'incontro condotto da alcuni soci che hanno conosciuto direttamente Vimala Thakar e il suo approccio alla meditazione e che hanno condiviso la loro esperienza personale.
Al termine, la tavola rotonda a sei voci ha voluto congiungere il vissuto della YANI in questi anni, attraverso il contributo di soci storici, a partire da Stefano Castelli, ex presidente, e Lella Calvino, socia fondatrice, io stessa come presidente attuale, una socia coordinatrice, Emina Konjic, e Adriana Crisci, voce di una componente in crescita di soci provenienti dal centro-sud d’Italia. Qui sono emerse le riflessioni sul senso delle scelte più significative della YANI e problematiche nuove nell’insegnamento dello yoga, nella relazione insegnante-allievo, e ci siamo specchiati attraverso lo sguardo di Federico Squarcini, da sempre interlocutore attento a cogliere e anticipare sviluppi nella storia dello yoga nel mondo. Il tutto coordinato con grande equilibrio da Marie-Noëlle Terrisse.
Anna Emilia Losi

Sommario

Relazioni introduttive
L'invenzione della meditazione: dal rito vedico agli Yogasūtra
Ysé Tardan-Masquelier

Verso una psicobiologia della coscienza
Angelo Gemignani

Yoga e/è dhyāna nel contesto ascetico indiano
Daniela Bevilacqua

Meditazione nella filosofia greca e romana
Luca Mori

Supporti alla meditazione
Meditazione (sullo) yoga: quale supporto?
Claudio Conte

Pratiche di yoga e meditazione
Suono e silenzio nella pratica
Alberta Biressi

Ashtanga Vinyasa: meditazione in movimento
Margherita Buniva

Imprevisti e meditazione (sullo) yoga
Adriana Crisci

Meditazione in movimento
Laura Majolino

Preparare la meditazione
Federico Matrone

Yantra, geometrie sacre e dimore degli dei
Simona Mocci

Navigare verso il sanga
Teresa Noce

La polarità
Alessandro Onesti

Meditare: dal fare all'essere
Elisabetta Onori

In ricordo di Vimala Thakar
Conversazione con Anna Cantarelli, Alberto Ficarelli, Michaela Gamalero, Daniele Rabozzi

Gruppi di ascolto
Info fiscalità
Renzo Papini

Formazione continua
Cecilia Mari

Certificazione UNI e professione
Barbara Biscotti

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